“Nulla è è nella mente che prima non sia stato nei sensi.
Tommaso D’Aquino”
La propiocezione, il nostro sesto senso
La propriocezione è il senso che ci consente di percepire la posizione, il movimento, lo spazio, la forza e altri fattori che riguardano il piano corporeo e sensoriale. Non si tratta di uno stato ma piuttosto di un’attitudine costante che possiamo sviluppare grazie ad un’attenzione alle informazioni sensoriali provenienti dai recettori che abbiamo nei muscoli, nei tendini, nelle articolazioni e nei legamenti del corpo.
Questo ascolto attivo permette di regolare istante dopo istante le nostre azioni in risposta a quello che sentiamo La propriocezione è fondamentale per la coordinazione motoria, la stabilità posturale e la capacità di compiere movimenti precisi, ma se allenata, può rendere il movimento più fluido, chiaro e comunicativo. Nella danza la propriopercezione è lo strumento attraverso il quale il danzatore si relaziona continuamente agli stimoli che provengono sia dall’interno che dall’esterno. È la risposta dei sensi delle percezioni infatti a orientarlo nell’organizzazione motoria.
Ma quali sono i benefici di una propiocezione sviluppata?
Bilanciamento e stabilità
Rimanere connessi al senso dell’equilibrio ci consente di mantenerlo anche in posizioni insolite o instabili e di abitare lo spazio in modo sicuro anche in presenza di sbilanciamenti.
Articolazioni e muscoli
La percezione delle articolazioni e della tensione muscolare è fondamentale per controllare la flessibilità e la forza. Solo regolando questi parametri riusciamo a produrre un movimento adattivo, quindi fluido e dinamico.
Peso e gravità
Coltivare attraverso l’attenzione il senso del peso e della pressione che esso provoca sulla superficie, permette di creare movimenti di discesa, di caduta, di elevazione fino alla spinta antigravitazionale, tipica ad esempio del salto.
Direzione e orientamento
Per i danzatori la percezione della direzione del loro gesto è fondamentale per costruire un’organizzazione di movimento all’interno di uno progetto spaziale.
Tocco e contatto
Il corpo del danzatore stabilisce continue relazioni. In presenza di un oggetto o di un altro corpo chi danza attiva le risorse propriopercettive per intuire forma, superficie, consistenza dell’elemento con il quale è in contatto. Nel lavoro di partnership la pelle diventa l’organo attraverso il quale i danzatori si passano le informazioni cinetiche.
Ritmo e tempo
La percezione della pulsazione e del ritmo permette a chi danza di sincronizzare i movimenti con la musica. Questo avviene attraverso il sofisticato sistema dell’udito che deve rimanere sempre disponibile nell’accogliere e interpretare i suoni che vengo dall’esterno.
Flusso e continuità
La capacità di percepire il flusso del movimento e di creare transizioni efficaci tra i movimenti è un altro parametro propriocettivo importante. Questo consente ai danzatori di creare coreografie senza interruzioni dove lo spettatore percepisce il gesto come lo sviluppo di un’unica storia.
Espressività emotiva
La prorpiopercezione è anche legata all’aspetto emotivo. Chi danza deve sapersi connettere anche il suo mondo emozionale per poter essere comunicativo nel gesto e veramente presente sulla scena. Non si tratta di avere un controllo sulle proprie emozioni ma piuttosto di lasciarle fluire man man che queste emergono, si modificano, scompaiono.

La propriocezione come panorama sensoriale
Chi non danza non sa cosa succede recita un frammento gnostico. In definita questa qualità ci permette di partecipare di tutti i piccoli e grandi eventi sensoriali che simultaneamente abitano il nostro corpo. Possiamo quindi muoverci “sentendo” allo stesso tempo il peso che si sposta, la forza gravitazionale, la tensione muscolare, la flessibilità articolare, la variazione della musica.
Il danzatore allena tutta la vita questa capacità di sentire istante dopo istante il suo panorama interno che varia di secondo in secondo.
Il suo compito è mettere in costante relazione gli accadimenti dello spazio interno con quelli dello spazio esterno. Così, attraverso un’esperienza concreta, chi danza armonizza le sensazioni che lo raggiungono investendole nel movimento.
Ma perché allenare la propriocezione?
Nella danza la propriopercezione ci permette di partecipare al movimento istante dopo istante cogliendone tutti gli aspetti sensoriali e quindi di essere sempre presenti al nostro gesto mentre questo si compie.
Quest’attitudine ci da un grande vantaggio: quello di poter reagire con immediatezza a qualsiasi cambio di programma e a rimanere ancorati alla singolarità del momento.
Quando un danzatore prepara un pezzo spesso si trova in una sala danza, ma nel momento in cui lo presenterà in un teatro dovrà necessariamente ricalibrarlo: cambieranno il pavimento, le luci, le pareti, la temperatura dell’aria. La propiopercezione gli permetterà di riadattare ad ogni spettacolo il suo movimento con quelle che saranno le condizioni reali (e non ideali) di quel giorno.
Allenare i sensi ci allena – fuori dalla proiezione mentale – a sentire subito cosa sta succedendo nel momento in cui succede, a rimanere presente ai nostri sensi e alla verità del nostro esistere.
Non si tratta quindi solo di un allenamento fisico ma di un vero e propio esercizio spirituale: rimanere nell’ascolto, apprezzare le modifiche della nostra percezione, muoverci in relazione ad esse modificando pensieri e azioni significa di fatto rimanere presenti a noi stessi.
Quest’attitudine rappresenta una grande risorsa per la vita: non c’è nulla di più vero, di più reale, e di più autentico della risposta dei sensi e il rimanere àncorati alle percezioni ci obbliga spesso ad abbandonare una sovrastruttura, una convinzione o un’idea in favore di un’apertura alla verità di ciò che succede.
Di fatto il corpo è lo strumento sensibile con il quale siamo al mondo. Attraverso di lui riceviamo e decodifichiamo le informazioni che provengono dall’esterno. Allenarsi a rimanere in ascolto della sensazione ci permette anche di mantenere aperto quel piano intuitivo che spesso perdiamo a causa di un grande affidamento al piano mentale.
Prendersi del tempo ogni giorno per rimanere in ascolto di ciò che sentiamo può essere un’azione davvero rivoluzionaria. Una nuova percezione può portarci in un nuovo pensiero e un nuovo pensiero può portarci ad una nuova visione e solo una nuova visione può condurci ad un nuova azione.
Così un’attenzione minima può di fatto modificare la nostra giornata o forse anche, nel giro di un’intuizione, la nostra vita.
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